Carenza di ferro (anemia sideropenica): sintomi, cause e rimedi

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La carenza di ferro è dovuta a un progressivo calo delle riserve di ferro all’interno dell’organismo. Tale insufficienza è nota per essere la causa dell’anemia sideropenica, ossia una condizione per la quale il numero di globuli rossi è sotto la soglia minima consigliata.

Carenza Di Ferro Sintomi Cause E Dieta Raccomandata

Il ferro, infatti, è un minerale che deve necessariamente essere presente all’interno del nostro organismo perché permette di “costruire” i globuli rossi. Ecco perché se i valori di ferro sono molto bassi si possono avvertire sintomi come spossatezza e dolori a tutto il corpo.

Per capire meglio quali sono le conseguenze della carenza di ferro è quindi necessario approfondire nel dettaglio l’origine di questa condizione così tanto diffusa.

Carenza di ferro: quali sono i valori minimi

Carenza Di Ferro I Valori Minimi Da Non Superare

Si può parlare di carenza di ferro quando i valori ematici nel sangue di ferritina, transferrina e sideremia si abbassano al di sotto determinate soglie.

Cause della carenza di ferro secondo i valori ematici nel sangue:

  • Ferritina: per le donne sotto i 11 mcg/l, per gli uomini sotto 24 mcg/l
  • Transferrina: per le donne sotto i 250 mcg/l, per gli uomini sotto 215 mcg/
  • Sideremia: per le donne sotto i 50 mcg/l, per gli uomini sotto 65 mcg/l

La quantità di ferro presente nel sangue viene infatti monitorata attraverso questi tre differenti valori. Il motivo è dovuto al fatto che il ferro non circola mai liberamente nel sangue, ma è sempre legato ad alcune proteine, ossia alla ferritina e alla transferrina. Entrambe si occupano rispettivamente dell’immagazzinamento e del trasporto del ferro, motivo per cui i loro valori sono direttamente proporzionali alla presenza del minerale nell’organismo.

La sideremia, invece, indica la quantità di ferro che è effettivamente presente nel corpo. È un elemento che se valutato singolarmente non riesce a dare un quadro completo della situazione. Da solo, infatti, non dà alcuna indicazione sul fatto che l’assorbimento del ferro avvenga correttamente. Possono infatti verificarsi casi in cui il valore della sideremia è assolutamente nella norma, nonostante all’interno dell’organismo ci siano in realtà delle perdite durante la fase di trasporto, che a lungo andare possono provocare un graduale calo delle riserve di ferro.

L’analisi congiunta di questi tre valori può quindi offrire un quadro più completo, permettendo di individuare eventuali carenze anche nelle primissimi fasi iniziali.

Carenza di ferro: quali sono i sintomi

10 Sintomi Della Carenza Di Ferro

I sintomi della carenza di ferro coincidono con quelli dell’anemia sideropenica poiché sono legati a una progressiva diminuzione della quantità dei globuli rossi all’interno del sangue.

Tra i 10 sintomi della carenza di ferro più diffusi ci sono:

  • stanchezza e debolezza cronica
  • giramenti di testa
  • pallore generale
  • mal di testa
  • disturbi del sonno
  • unghie fragili
  • perdita di capelli
  • intorpidimento agli arti
  • sensazione di freddo
  • mancanza di appetito

Va detto però che non sempre la carenza di ferro è sintomatica. Nei casi più lievi alcuni pazienti possono essere completamente asintomatici. L’intensità dei sintomi tende solitamente a incrementare in maniera inversamente proporzionale con l’abbassamento delle scorte di ferro. Nelle situazioni più gravi e croniche possono invece registrarsi persino episodi di tachicardia e dolore al petto che non devono essere trascurati.

Come si ottiene una diagnosi

La diagnosi della carenza di ferro parte sia dall’osservazione dei sintomi, ma soprattutto dagli esami del sangue. Come abbiamo appena detto una carenza di questo genere può essere asintomatica, ma un classico prelievo di routine può aiutare ad accorgersi in tempo del problema.

Per ottenere una diagnosi di carenza di ferro è necessario controllare i valori di ferritina, transferrina e sideremia ed effettuare un emocromo. Quest’ultimo non è altro che un semplice esame del sangue che permette di monitorare i valori dei globuli rossi, oltre che quelli di globuli bianchi e piastrine.

Se dalle analisi emerge che i globuli rossi, indicati come eritrociti, sono inferiori ai 4,5 milioni/mm3, allora la carenza di ferro può essere confermata. La produzione dei globuli rossi è infatti strettamente correlata alla presenza di buoni livelli di ferro, che è un minerale necessario per la loro formazione.

Di conseguenza, sulla base dei risultati della analisi del sangue, il proprio medico sarà in grado di diagnosticare una mancanza di ferro con una semplice osservazione del referto.

Carenza di ferro: quali sono le cause

Carenza Di Ferro Cause

Le cause della carenza di ferro sono di diversa natura, in quanto possono essere sia ricollegabili a delle abitudini alimentari scorrette, sia a particolari patologie o a fasi fisiologiche della propria vita.

Tra le cause della carenza di ferro più comuni ci sono:

  • Dieta scorretta
  • Patologie legate a un malassorbimento intestinale
  • Emorragie, anche lievi e non evidenti
  • Gravidanza e allattamento
  • Interventi chirurgici

Va inoltre detto che esistono soggetti con una particolare predisposizione genetica alla carenza di ferro. In più le donne risultano più esposte al problema, anche per via di eventuali stati di gravidanza o per la presenza di ipermenorrea, ossia cicli mestruali eccessivamente abbondanti.  

Ma andiamo prima a vedere nel dettaglio tutti i meccanismi alla base dell’abbassamento dei valori di ferro nel sangue.

Dieta scorretta e carenza di ferro

Il ferro deve essere assunto attraverso la dieta ed è fondamentale che ciò avvenga per evitare la comparsa di uno stato di anemia.

Quando si incorre nella carenza di ferro causata dall’alimentazione nella maggior parte delle volte l’errore principale è quello di seguire un’alimentazione poco varia e monotona. In passato la colpa era attribuita anche allo scarso consumo di carne, ma oggi sappiamo che non è più così.

Nonostante il ferro sia presente nei cibi animali, è anche vero infatti che questo si trova soprattutto all’interno di frattaglie e carne rossa, ossia cibi che non vengono di certo consumati quotidianamente. A contribuire in gran parte all’apporto di ferro sono invece alimenti vegetali come i legumi, come lenticchie e ceci, ma anche semi oleosi, cereali integrali e verdure a foglia verde.

Spesso, quindi, la scarsa presenza all’interno della propria dieta di questi cibi può comportare una carenza. Altra abitudine dannosa è inoltre anche l’eccesso di tè, caffè e cioccolato che, se consumati in prossimità dei pasti, possono interferire con l’assorbimento del ferro assunto tramite la dieta.

Patologie legate a un malassorbimento intestinale

Un’altra causa della carenza di ferro sono le patologie croniche, che provocano un malassorbimento intestinale.

Tra le malattie che possono causare la carenza di ferro, e quindi l’anemia, ci sono:

  • la celiachia
  • il morbo di Crohn
  • la sindrome dell’intestino irritabile
  • la colite ulcerosa

Si tratta in tutti e quattro i casi di condizioni legate a un’infiammazione dell’intestino cronica, che nel caso della celiachia e del morbo di Crohn può avere anche un’origine autoimmune.

Per chi soffre di queste malattie l’origine del problema non è nella dieta, ma si trova a livello intestinale. L’infiammazione cronica, infatti, provoca un danneggiamento delle pareti dell’intestino atte a estrarre le sostanze nutritive. Da ciò consegue quindi il malassorbimento del ferro e di altri elementi, che porta quindi alla comparsa di svariate carenze.

Emorragie e carenza di ferro

Per alcuni soggetti la carenza di ferro può essere dovuta a delle emorragie, sia di intensa che di lieve entità.

Nei casi di emorragia grave, con sanguinamenti molto intensi, il problema è solitamente immediatamente individuabile. Più difficile da diagnosticare è invece una riduzione dei livelli di ferro causata da perdite di sangue più lievi, ma continue nel tempo. Ciò accade soprattutto se l’emorragia è interna, poiché causata da ulcere o lesioni a livello del colon. In questa casistica non vanno tuttavia esclusi anche i casi di ipermenorrea, una condizione che porta ad avere delle mestruazioni eccessivamente lunghe e abbondanti.

Carenza di ferro in gravidanza e allattamento

La gravidanza e l’allattamento sono due periodi della vita della donna particolarmente delicati, durante il quale il monitoramento di tutti i valori nel sangue deve essere fatto in maniera costante.

Questo anche perché, a causa del nutrimento richiesto dal bambino, le scorte di ferro possono diminuire notevolmente.

La carenza di ferro in gravidanza e allattamento può determinare:

  • l’aumento delle possibilità di un parto prima del termine
  • l’aumento del rischio di infezioni dopo il parto
  • l’aumento delle probabilità che il bambino soffra di anemia

Interventi chirurgici e carenza di ferro

Non è raro osservare un abbassamento dei livelli del ferro in seguito a un intervento chirurgico, specie quelli di lunga durata che comportano una perdita di sangue ingente. Solitamente questo è un aspetto che viene monitorato di routine sia nel periodo pre-operatorio che post-operatorio. Di conseguenza la carenza di ferro dovuta a un intervento chirurgico è quella più facilmente diagnosticabile e sulla quale si interviene in maniera tempestiva.

Va tuttavia sottolineato che esistono anche alcune tipologie di interventi per i quali il rischio di carenza anche sul lungo periodo è altamente probabile. Nello specifico ciò è previsto per tutti quei pazienti che sono stati sottoposti ad asportazioni di parte dell’intestino, che causano un’alterazione delle funzionalità di assorbimento di diverse sostanze nutritive, ferro compreso.

Carenza di ferro: rimedi e cura dei sintomi

Carenza Di Ferro E Alimentazione

Nel caso in cui il medico accerti la presenza di valori di ferro nel sangue inferiori alla norma, il primo passo da compiere naturalmente è quello di indagare sulle cause. Ciò permette di evitare che il problema diventi cronico, provocando l’acutizzazione dei sintomi e dell’eventuale patologia correlata.

Indipendentemente dal motivo per cui si presenta la carenza, è tuttavia sempre necessario riportare i livelli di ferro nelle soglie consigliate.

I migliori rimedi contro la carenza di ferro sono:

  • l’integrazione
  • un’alimentazione ricca di ferro
  • le trasfusioni di sangue (solo per i casi molti gravi)

Nelle donne, se la carenza di ferro è provocata da delle mestruazioni abbondanti, può essere presa in considerazione anche la prescrizione di un contraccettivo ormonale che aiuta a regolarizzare il ciclo e la perdita di sangue.

Quali integratori prendere contro la carenza di ferro?

Qualsiasi sia la causa alla base della carenza di ferro, l’utilizzo di un integratore specifico è sempre consigliato. La maggior parte di questi possono essere assunti per via orale. Solo raramente viene infatti prescritta la somministrazione endovenosa.

Fra gli integratori a base di ferro più diffusi in commercio ci sono:

  • il solfato ferroso, solitamente quello maggiormente consigliato perché con minori effetti collaterali
  • i sali ferrosi, che possono però provocare crampi addominali
  • ferro carbonile, reperibile in pastiglie
  • ferro fumarato, da assumere oralmente
  • ferro gluconato, venduto solitamente in capsule solubili in acqua

Poiché l’utilizzo di integratori con ferro può causare problemi di digestione o nausea, la scelta della tipologia di prodotto da acquistare deve essere fatta sotto consiglio di un medico. Sarà inoltre lo stesso medico a indicare il dosaggio corretto, che verrà valutato anche in base all’entità della carenza.

Va inoltre detto che non bisogna aspettarsi una svolta immediata della situazione. I valori di ferro hanno bisogno di tempo per rialzarsi e l’assunzione degli integratori di ferro è sempre prolungata. Prima di vedere i risultati possono infatti essere necessari alcuni mesi.

Proprio per tale motivo è possibile valutare l’utilizzo di altri integratori specifici volti ad alleviare i sintomi più fastidiosi e psicologicamente impattanti.

In questa categoria rientrano sicuramente la perdita dei capelli e la stanchezza cronica, che possono essere trattati attraverso l’assunzione di:

  • Trikofast, un integratore naturale contro la caduta dei capelli. Può essere utile anche per prevenire la rottura delle unghie.
  • Profevis, un integratore con arginina e carnitina utile contro la spossatezza, sia fisica che mentale. Se assunto giornalmente aiuta a combattere l’astenia tipica della carenza di ferro.

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Carenza di ferro e dieta vegetariana e vegana: sfatiamo qualche mito

In questo articolo di approfondimento è giusto dedicare un breve paragrafo a una delle domande più chieste: ma è vero che una dieta vegetariana o vegana provoca la carenza di ferro? 

L’interrogativo nasce da una raccomandazione data di frequente da molti medici in caso di ferro basso, ossia l’invito a consumare un maggior quantitativo di carne rossa. Di conseguenza è una cosa comune credere che chi elimina la carne dalla propria alimentazione possa soffrire di carenze.

Tuttavia questa è una convinzione popolare molto diffusa che va sfatata. Fra gli alimenti a più alto contenuto di ferro figurano infatti proprio i legumi e le verdure, in particolare quelle di colore verde come spinaci, rucola e verza. Questa categoria di alimenti, inoltre, ha il vantaggio di apportare anche un ottimo contenuto di fibre e vitamine, utili per contrastare una serie di altre patologie.

Deve essere quindi sfatata la leggenda che con una dieta vegetariana o vegana bilanciata si può incorrere in una carenza di ferro. Al contrario, il consumo di legumi dovrebbe essere incentivato in sostituzione alla carne rossa. Quest’ultima, infatti, dovrebbe essere presente all’interno della dieta il meno possibile, così come stabilito dalla IARC (Agenzia Internazionale della Ricerca sul Cancro) dopo il suo inserimento nella categoria di cibi “potenzialmente cancerogeni”.